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Ginecologia e dintorni

Endometriosi: diritto all'invalidità e all'esenzione ticket

L’endometriosi è una patologia silenziosa che colpisce 1 donna su 10 in età fertile.
È caratterizzata dalla presenza di endometrio, tessuto che riveste normalmente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e questa condizione può verificarsi nelle donne fertili nel periodo che va dalla prima mestruazione alla menopausa, anche se è più comune nelle donne dai 30 ai 40 anni.

Col passare del tempo, l’endometriosi provoca sanguinamenti interni contestualmente al ciclo mestruale, provocando infiammazioni croniche, formando cicatrici e aderenze, nonché cisti e noduli soprattutto nelle ovaie, nelle tube, nel peritoneo e nella vagina, causando di conseguenza dolori spesso molto forti.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, in Italia le donne con endometriosi rappresentano il 10-15% di quelle in età riproduttiva; inoltre, circa il 30-50% delle donne infertili ne soffrono.

Essere consapevoli dell’endometriosi significa anche essere informati su quali sono i diritti di chi ne soffre. Le istituzioni e il personale sanitario in primis hanno quindi il dovere di informare le pazienti su sintomi, cause ed esami diagnostici a cui si ha diritto.

Sapevate ad esempio che le forme più gravi di endometriosi danno diritto all’invalidità e all’esenzione del ticket per alcune prestazioni specialistiche?

In Italia, dal punto di vista terapeutico-assistenziale, sono stati compiuti negli ultimi anni alcuni progressi.

Dal 2016 l’endometriosi compare nell’elenco delle patologie croniche invalidanti.

Dal 2017 i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del Servizio sanitario nazionale, riconoscono l’endometriosi come malattia cronica esistente e meritevole di tutele previste per gli stadi clinici di endometriosi da moderato a grave.

Le prestazioni esenti dal ticket e previste dai LEA prevedono visite di controllo, varie tipologie di ecografia e clisma opaco (esame radiologico che studia il grosso intestino (colon e retto) sfruttando le proprietà dei raggi X mediante l’utilizzo di un mezzo di contrasto).

Recentemente è stato anche presentato in Senato un disegno di legge per cercare di risolvere le criticità provocate da questa patologia. Infatti, l’endometriosi viene riconosciuta come patologia dolorosa e invalidante che, se non adeguatamente curata, provoca forti ripercussioni sulla vita delle pazienti, costrette a convivere con ansia, discriminazioni, paura e rischio di perdere il lavoro.

La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo, a volte caratterizzato da ripercussioni psicologiche per la donna.

L’Associazione Progetto Endometriosi (APE) raccomanda inoltre che le tutele, per essere efficaci, dovranno essere attuate in centri pubblici specializzati nella diagnosi e nella terapia dell’endometriosi, in quanto la capacità di trattare la patologia è strettamente correlata all’esperienza del ginecologo, maturata attraverso un ampio numero di casi gestiti e dalla facoltà di interagire con una equipe multidisciplinare.

I medici di medicina generale e i ginecologi operanti sul territorio sono le figure strategiche per una pronta diagnosi ed un trattamento in grado di migliorare la qualità di vita della paziente e prevenire l’infertilità.

Secondo l’APE, i LEA sono un primo passo ma c’è ancora tanto da fare per la gestione sociale e clinica dell’endometriosi: tutele lavorative ed economiche rispetto alle terapie, sostegno psicologico e trattamento dell’infertilità. Manca ancora un’adeguata assistenza per gli stadi della malattia meno severi e un programma di prevenzione volto a rallentare il processo degenerativo di questa patologia.

Come richiedere l’esenzione prevista dai Lea?

È il medico specialista che dovrà rilasciare una certificazione che attesti lo stadio della vostra endometriosi. Con questa certificazione potrete recarvi presso gli uffici della ASL di competenza del vostro Comune e fare la richiesta per il codice di esenzione per le prestazioni seguenti:

ENDOMETRIOSI “MODERATA” e “GRAVE” (III e IV STADIO secondo ASRM - American Society of Reproductive Medicine)

  • anamnesi e valutazione, definite brevi,
  • ecografia dell’addome superiore,
  • ecografia dell’addome inferiore,
  • ecografia transvaginale,
  • ecografia transrettale,
  • clisma opaco,
  • visita di controllo,
  • ecografia ginecologica.

 

Fonti: Salute.gov.it; Apendometriosi.it; Osservatoriomalattierare.it.