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La metà delle pazienti affette da endometriosi è infertile

Così si afferma al “We at Merck”, un evento organizzato a novembre 2018 da Merck e dal Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) dell'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Dolore pelvico, mestruazioni dolorose, disturbi gastrointestinali o urinari durante il ciclo, sono alcuni dei sintomi dell’endometriosi, condizione patologica che può compromettere la fertilità, essendone la causa nel 15-20 % dei casi.

La buona notizia è che è possibile convivere con l’endometriosi ed avere una buona qualità di vita. Anche se non esiste una cura immediata e definitiva l’endometriosi può essere infatti tenuta sotto controllo.

Secondo gli esperti sono cambiati gli approcci terapeutici rispetto al passato. Prima prevaleva la chirurgia, adesso invece si privilegia una terapia farmacologica, afferma Edgardo Somigliana responsabile del Centro PMA.

L’obiettivo è quello di creare una condizione ormonale stabile che possa poi permettere alla donna di provare a concepire in modo naturale. Dopo la gravidanza quando la sintomatologia dell’endometriosi si ripresenterà si riprenderà la terapia.

Un aiuto può arrivare anche dalle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita. Qui è molto importante il fattore età: secondo Filippo Ubaldi, vicepresidente SIFES (Società Italiana di Fertilità e Sterilità), una donna di 39-40 anni che soffre di endometriosi e che cerca un figlio da più di un anno può prendere in considerazione la fecondazione in vitro come approccio alternativo.

Invece, in una donna di 30 anni con endometriosi, ma con buona riserva ovarica, si dovrebbe cercare di tentare una terapia farmacologica per poi lasciarla provare a concepire spontaneamente per almeno un anno.

In caso di rimozione chirurgica di voluminose cisti endometriosiche in donne giovani, gli esperti consigliano la crioconservazione degli ovociti.

Fonte: Dottnet.it