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Fertilità femminile e PFAS, scoperto il meccanismo che può alterare il ciclo mestruale

Secondo un gruppo di ricerca dell’Università di Padova, alcune patologie riproduttive femminili, come alterazioni del ciclo mestruale, endometriosi, aborti, nascite premature e sottopeso, possono essere associate all'azione delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) sulla funzione ormonale del progesterone, ormone femminile che agisce a livello dell'utero.

I PFAS sono una famiglia di composti chimici sintetizzati dall’uomo, che vengono utilizzati in prodotti industriali e di consumo per aumentare la resistenza ad alte temperature, di grassi ed acqua, di tessuti, tappeti ed abbigliamento, rivestimenti di carta ad uso alimentare, di pentole antiaderenti, ecc. Si tratta di composti persistenti, che permangono per periodi prolungati nell’ambiente dopo il loro rilascio.

Il progesterone è un ormone che svolge importanti funzioni per la salute femminile, tra cui quella di garantire la regolarità del ciclo mestruale. Inoltre, la produzione di progesterone favorisce l’impianto dell’embrione ed il buon proseguimento della gravidanza.

La ricerca dell’Università di Padova ha analizzato le cellule endometriali in vitro, mostrando che i PFAS influenzano la regolazione dei geni espressi a livello dell'endometrio. Su 20.000 geni analizzati, il progesterone normalmente ne attiva quasi 300, ma lo studio ha confermato che i Pfas ne alterano circa 127, tra cui quelli che preparano l'utero all'attecchimento dell'embrione, influenzando negativamente la fertilità.

Secondo il Prof. Carlo Foresta dell’Università di Padova e capo del gruppo di ricerca, lo studio “dimostra che i PFAS sono in grado di interferire sulla funzione del progesterone a livello dell’endometrio, giustificando l’elevata frequenza di irregolarità mestruali e di aborti precoci riscontrata nelle donne provenienti da aree contaminate”.

A partire dagli studi dell’equipe del Prof. Foresta, il Registro Nascite del Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto, ha diffuso una serie di informazioni sugli Esiti Materni e Neonatali in Relazione alla Contaminazione da Sostanze Perfluoroalchiliche, in cui si mettono a confronto alcuni esiti materno-infantili tra aree a diversa esposizione ai PFAS.
I risultati mostrano un incremento dei casi di preeclampsia, diabete gravidico e di bambini nati con basso peso per età gestazionale (SGA) nelle aree più contaminate.

L’interferenza negativa dei PFAS sull’apparato endocrino riproduttivo suggerisce, secondo i ricercatori, l’urgenza di ulteriori studi che si concentrino sui meccanismi di eliminazione dei PFAS dall’organismo.

 

Fonti: Ansa.it; Salute.gov.it